Il Ginseng
Cos’è il Ginseng?
Il ginseng, o Panax ginseng da nomenclatura binomiale latina, è una pianta perenne che presenta una radice carnosa dalle forme antropomorfe (ginseng, infatti, deriva dal cinese “rensheng” cioè uomo). Ne esistono svariate specie, principalmente tredici, ma il Panax presenta una storia millenaria di cui se ne descrivono i primi usi addirittura circa 5500 anni fa, dall’imperatore Shennong menzionata da Shi You nei primi anni dopo Cristo.La sua storia parte da Cina e Corea fino a estendersi lungo l’Europa occidentale. Panax deriva proprio dal greco Pan, tutto, e axos, medicina. La panacea dei mali, la cura per tutto.
Perché si usa?
Effettivamente il ginseng veniva, e viene ancora usato attualmente, come rinvigorente per ridurre la fatica in situazioni di debilitazione e stress psicofisico, per migliorare le performance cognitive, come immunostimolante e trattamento per l’impotenza. Insomma un “adattogeno”, ovvero un rimedio in grado di migliorare le difese aspecifiche dell’organismo. Ad oggi sono stati condotti numerosi studi in vivo per appurarne le innumerevoli proprietà attribuite e pare proprio che il Panax ginseng abbia mostrato risultati promettenti come immunostimolante, nel controllo del metabolismo del glucosio (dunque potenzialmente utile nella gestione dei pazienti diabetici o chi soffre di sindrome metabolica) e nel controllo delle malattie acute delle alte vie respiratorie.
Quali sono i componenti attivi?
Si riconoscono diversi composti all’interno degli estratti di ginseng, ma i principali bioattivi sono:
- Le saponine triterpeniche note come ginsenosidi, derivati da protopanaxadioli e protopanaxatrioli;
- I polisaccaridi, noti come panaxani;
- Composti acetilenici come panaxidolo e panaxitriolo;
Perché dovresti assumerlo?
Esistono svariati studi sugli effetti benefici del ginseng in vivo riguardo il miglioramento delle performance cognitive e sulla concentrazione; la medicina popolare ne suggerisce l’uso da secoli ed è ampiamente commercializzato come nootropo e adattogeno in tantissimi integratori alimentari. L’utilizzo migliore comprende l’uso in periodi di particolare stress, per chi vuole migliorare le performance sportive, per gli studenti sotto esame, sindrome da affaticamento cronico o per chi vuole prevenire o attenuare i sintomi dei raffreddori stagionali.
Chi non dovrebbe?
Un dovuto occhio di riguardo a chi soffre di ipertensione. Al momento non esistono studi sul suo uso in gravidanza, in allattamento e su bambini, per cui se ne sconsiglia l’assunzione in tali soggetti. Inoltre, non dovrebbe essere assunto da chi già assume farmaci che alterano la fluidità del sangue o inibitori delle monoamino ossidasi.
Alessandro Tricomi Dott. in Scienze e Tecnologie Alimentari